lunedì 19 marzo 2012

Rinata e felice..

Ci sono periodi in cui proprio non ce la fai più… non sono scuse, semplicemente ti rendi conto che sei sopraffatto da mille impegni e mille pensieri.. non hai un attimo di tregua…
Ero arrivata a quel punto!
Il lavoro, i mille impegni, i meeting, gli aperitivi, gli amici e i milleduecento interessi che occupano ogni istante della vita!.. Le preoccupazioni e i problemi mi stavano veramente sopraffacendo ..
Mi fermo! Devo!
...così siamo andati in una spa a Bologna… un paradiso di acqua, coccole e buona cucina… sono rinata.. non ho fatto nulla e ho pensato un po’ a me stessa e alla vita… pensare fa bene! Anche se spesso c’è troppo poco tempo per farlo…
Gaia

mercoledì 14 marzo 2012

Le cose che rimangono nel cuore..

Quando rivedi persone che non vedevi da tempo… e passi la giornata precedente a chiederti: “ chissà cosa ci racconteremo, chissà se troveremo gli argomenti, chissà se saranno felici di vedermi, chissà se ci sarà imbarazzo”.. e poi arrivi.. vedi i loro sorrisi, i loro volti e ti senti  a Casa… come se mai fosse passato il tempo, e parli e ridi e scherzi e…e fin che chiaccheri pensi che è proprio strano, perché in certi casi le amicizie si perdono, anche le più forti… ma non è stato così oggi.. Credo che se i rapporti finiscono o continuano dipenda per lo più dalle persone e io oggi mi sento davvero fortunata… Queste sono le cose che rimangono nel cuore e che rendono la vita tanto magica.. Grazie!

venerdì 9 marzo 2012

Ci sono cose che preferirei nn sapere..

Svegliarsi una mattina… bello finalmente il sole, una brezza piacevole e l’idea della primavera ormai alle porte che ci accarezza i pensieri… Non sei contenta, questo no, è pur sempre un giorno lavorativo e sai che ti aspetta una giornata lunga e faticosa… non sei contenta ma serena… sorridi alla gente e ti senti invincibile fin che arriva un messaggino… leggi in modo frettoloso e con curiosità e scopri che una tua amica ti avvisa entusiasta che un tuo ex ha trovato la morosa… lo rileggi, panico… già panico, una reazione del tutto ingiustificata di possessione… no non è possibile! Aspetta respira perché questa ansia? È passato un secolo ormai dalla vs. relazione, se prima vi vedevate qualche volta ora non succede più.. quindi cos’è? Non ti fa piacere che lui stia bene e che sia sereno?.. si ovviamente razionalmente ne sono entusiasta, è una brava persona e se lo merita… e poi anche io sono andata oltre e la ns storia è finita senza “lode e senza infamia”… è passata… semplicemente… e allora? Ancora in ansia? Si! … Perché? ... Sono gelosa,.. non propriamente.. invidiosa?.. no direi, sto decisamente meglio adesso e di Lui non mi è mai importato un gran che… è semplicemente l’orgoglio! Come? Si, vi prego ditemi che è capitato anche a voi! Ovvio che è assurdo ma il mio ego (un po’ malato) esigerebbe che tutti mi tenessero nel cuore, non mi rimpiazzassero semplicemente… lo so sono pazza!.. cosa faccio? Niente! Cosa farei? Lo chiamerei subito, per ricordargli che esisto… invitarlo per un aperitivo ed estorcergli una confessione (deve dire che è una storiella senza senso o cose del genere.. hi hi hi ) per poi perdere qualsiasi interesse nei suoi confronti dopo due minuti di noiosa conversazione.. noi donne abbiamo sempre bisogno di conferme… ma nn lo farò, non temete, non sono così insensibile… quindi..
Per fortuna è venerdì.. domani mi rifugio al centro benessere e nn ci penso piu’.. oggi? Bhè oggi dovrò rassegnarmi all’idea, rodermi un po’ il fegato e … farmela passare!
Gaia

giovedì 8 marzo 2012

Festa della Donna: storia e importanza dell’8 marzo nel mondo

Oggi Google celebra con il suo logo Doodle non un personaggio, ma una ricorrenza. Oggi 8 marzo è infatti la Festa della Donna. Una festa che si celebra regalando una mimosa alle donne, e che spesso viene sottovalutata dimenticando il vero significato politico e sociale della festa, nata per rivendicare diritti fondamentali.
Insomma una festa che va al di là del semplice consumismo e delle rimpatriate tra amiche. Vediamo cosa nella storia ha portato all’istituzione di una festa che si celebra in tantissimi Paesi in tutto il mondo e che ha contribuito e contribuisce tutt’ora a non dimenticare mai la fondamentale importanza della parità dei diritti tra uomini e donne.
La Giornata Internazionale delle donne che lavorano e la Giornata internazionale della donna si celebra oggi 8 marzo. La prima festa ha avuto luogo nel 1911 in Germania, Austria, Danimarca e Svizzera e da allora si è estesa a molti paesi. Nel 1977 l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha dichiarato l’8 marzo Giornata Internazionale per i diritti della donna e la pace internazionale. L’8 marzo commemora la lotta delle donne per la loro partecipazione, in condizioni di parità con gli uomini, nella società e allo sviluppo integrale come persona. È una festa nazionale in molti paesi.
Durante la Rivoluzione francese, marciando a Versailles, le donne parigine hanno chiesto, con lo slogan di libertà, uguaglianza e fraternità, il suffragio femminile.
In principio, alla fine del XVIII e XIX secolo, il movimento dei lavoratori ha mantenuto una posizione tradizionale in relazione alla parità tra donne e uomini e circa le loro richieste. E’ la metà del XIX secolo, quando i movimenti di protesta femminile sono venuti alla luce: la lotta per il suffragio femminile, la pretesa di uguaglianza, la segnalazione di una forma di oppressione sociale, la famiglia e il lavoro, sono temi sui quali le donne rivendicano più diritti.
Nell’agosto del 1910 la Conferenza Internazionale Socialista delle Donne, riunita a Copenaghen, ha proclamato la Giornata internazionale delle donne che lavorano, su proposta della socialista tedesca Luise Zietz supportata da Clara Zetkin: si tratta di una giornata di lotta per i diritti delle donne. La proposta è approvata all’unanimità dalla Conferenza formata da oltre 100 donne provenienti da 17 paesi, tra cui le prime tre donne elette al Parlamento finlandese. L’obiettivo era quello di promuovere la parità di diritti, tra cui il suffragio per le donne.
In seguito alla decisione presa a Copenhagen l’anno precedente, la Giornata Internazionale delle donne che lavorano si è tenuta per la prima volta (19 marzo) in Germania, Austria, Danimarca e Svizzera, con incontri cui hanno partecipato più di un milione persone, che chiedevano per le donne il diritto di voto o la possibilità di ricoprire cariche pubbliche, il diritto al lavoro, alla formazione professionale e di non discriminazione.
Un incendio alla fabbrica di camice a Triangle Shirtwaist si verifica a New York il 25 marzo 1911. Ben 146 donne restano uccise e 71 ferite. La gravità del disastro è quantomeno servita a modificare la legge del lavoro in America.


Meno di una settimana dopo, il 25 marzo, oltre 140 giovani lavoratori, in gran parte immigrati, vengono uccisi nel tragico incendio della fabbrica di camice a Triangle Shirtwaist a New York. Questo evento ha avuto un impatto significativo sulla legislazione del lavoro negli Stati Uniti.
Nel 1914 in Germania, Svezia e Russia si festeggia per la prima volta, ufficialmente, la Giornata Internazionale delle Donne l’8 marzo. Nel resto d ‘Europa, le donne organizzano manifestazioni per protestare contro la guerra e in solidarietà con altre donne.Festa della Donna: storia e importanza dell'8 marzo nel mondo
Nel 1975 le Nazioni Unite iniziarono a celebrare l’8 marzo come Giornata internazionale della donna. Nel dicembre del 1977, due anni dopo, l’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato l’8 marzo come Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne e della Pace Internazionale.
La giornata internazionale delle donne ha guadagnato in tutto il ventesimo secolo una dimensione globale per le donne in tutto il mondo. Il movimento internazionale in difesa dei diritti delle donne è in crescita ed è rafforzato dalle Nazioni Unite che ha tenuto quattro conferenze mondiali sulle donne e ha contribuito alla commemorazione della Giornata internazionale della donna: è un punto di convergenza che coordina gli sforzi per i diritti della donna e la loro partecipazione alla vita politica ed economica.

mercoledì 7 marzo 2012

Nati oggi

Ragazzi il 7 Marzo del 1785 è nato Alessandro Manzoni… poeta, scrittore e drammaturgo.. quello che tutti noi abbiamo odiato per aver scritto un assurdo romanzo che ha segnato le ns vite e le ns esistenze per sempre… Certo anche lui non è nato sotto una buona stella è infatti il nipote di Cesare Beccaria, noto illuminista, anche egli scrittore, che ha deliziato tutti con il suo “dei delitti e delle pene”… ve lo ricordate??? Non certo un libro pregno di dolcezza e amore… Alessandro inoltre era probabilmente figlio dell’amante della madre… egli viene educato in rigidi collegi religiosi e la sua fede spicca anche nelle sue opere (crive anche degli inni sacri)…
Il suo capolavoro è però, senza dubbio, il romanzo dei Promessi sposi… è l’opera rappresentativa del Risorgimento e del Romanticismo italiano, è un romanzo storico che ripercorre gli avvenimenti del ‘600 e se vi dico le tre definizioni che delineano il romanzo immagino ciascuno di voi ricordare il professore mentre le elenca, con faccia severa e portamento altisonante…
  1. Il vero per soggetto: l'autore mette al centro la ricostruzione storica degli eventi che caratterizzarono quei luoghi a quel tempo.
  2. L'utile per scopo: l'opera deve mirare ad educare l'uomo ai valori che Manzoni vuole diffondere.
  3. L'interessante per mezzo: l'argomento del romanzo deve essere moderno, popolare, e quindi avere forti legami con la realtà contadina ed operaia.
Letto per costrizione durante il Liceo l’ho poi ripreso con gioia qualche anno dopo … per scoprire con una certa sorpresa che … La prima impressione è quella che conta… Pesante e a tratti assurdo ciò che mi ha più appassionata è stata l’edizione televisiva del trio comico Lopez, Solenghi Marchesini (andate a riprenderlo su you tube)..
Ma la ns. non vuol essere un’analisi tecnica o linguistica… solo… vi ricordate la trama? E i personaggi?
Già Lorenzo e Lucia.. e il loro Amore… Ogni cosa è pronta per il matrimonio quando un signore del luogo, Don Rodrigo, scommette con il cugino Attilio che riuscirà a impossessarsi di Lucia. Una confusione immensa che ha come punto focale questa vicenda e che si conclude proprio con la celebrazione delle nozze… tanto casino per nulla allora?
Don Abbondio è il curato del paese con una vocazione più che spirituale di convenienza, codardo e pauroso si ispira alla regola di "scansare tutti i contrasti e cedere quelli che non può scansare".. un esempio di moralità e integrità insomma..
Il Griso a capo dei Bravi (gli scagnozzi cattivi di Don Rodrigo per capirci),prepotente e violento.
L’innominato (fantastica questa trovata del Manzoni)era un nobile che prima ne fa di tutti i colori e poi si pente e torna sui suoi passi
E poi mille altri stereotipi del tempo sapientemente intrecciati e connessi tra loro.. ma no… non l’ho dimenticata… certo la Monaca di Monza… ammettiamolo, l’unica che ci ha stimolati un po’ a finire quel mattone.. Lei costretta a farsi monaca per volere del padre, che in convento trova l’amante e che addirittura uccide un’altra monaca che li aveva scoperti… entra in scena quando viene chiamata a nascondere Lucia. È una figura frustrata, rancorosa, debole, indecisa, ambigua e forse la vera protagonista della storia… visto che sono certa pochi ricordano tutte le vicende dei due innamorati ma sono altrettanto certa che tutti ricordano la delusione che hanno avuto quando, leggendo il capitolo a lei dedicato, avete coperto che non c’è neppure una scena d’amore e di sesso… Lo so! L’abbiamo passata tutti, questo senso di inutilità per quel libro che almeno prometteva un qualcosina di piccante e invece niente….!
È vero, sicuramente è il romanzo per eccellenza e tutti lo abbiamo studiato e ci abbiamo perso le notti… tutti o quasi perché,  una volta esistevano i “Bignami”.
Gaia

lunedì 5 marzo 2012

Il mio giorno di vacanza…

Il mio giorno di vacanza…
Vi è mai capitato di trovarvi a fare un giorno di vacanza un po’ forzato e a casaccio? Si perché, lo sapete la logica dell’economia lavorativa impone di finire i giorni di ferie accumulati nell’anno precedente.. così un po’ a caso ho scelto questo lunedì…
Ieri avevo mille idee per la giornata, mi alzo presto, faccio le faccende di casa, vado in piscina, leggo un po’, e poi mi butto al centro commerciale…
Stamattina sento da lontano la sveglia che suona, sono le 9.00 e sistematicamente la ignoro.. riapro gli occhi e sono quasi le 11.00 Nooo!!! Avevo mille cose da fare! Faccio colazione mentre guardo le tv e… mi appassiono  a “paint your life” una improbabile trasmissione che prende e recicla qualsiasi cosa e la trasforma in utilissimi e bellissimi oggetti… oggi insegnavano a dipingere un muro di nero e riempirlo di stencil dai tratti profondamente barocchi dal color oro… un muro nero e d’oro??? Un po’ pesante no??? Non importa ormai sono rapita e seguo anche come trasformare un tavolo o reinventare una gabbietta per gli uccellini.. tutto all’insegna della sobrietà… lo so.. ma io alle c..te non resisto… ok viene il papa’ a pranzo ma poi lavoro… invece non ti trovo “beautiful” già, lo ammetto, da piccola ero innamorata di Ridge, così provo a seguirlo e mi accorgo che dopo anni riconosco ancora tutti i personaggi e ci metto poco a capire che il mio amato è ancora indeciso tra le sue due ex mogli e sta ancora tentando di ottenere con l’inganno la guida della Forester.. mi annoio e mangio 300 biscotti… chiamo chiunque ma nn trovo anima viva che mi risponda (amici stacanovisti).. Si incredibile ho mille cose da fare ma mi annoi.. perché in realtà è difficile scegliere cosa fare quando nn si è abituati a organizzarsi, perché solitamente la giornata è scandita dagli orari lavorativi… così ora è tardi per fare qualsiasi cosa… e decido di andare a farmi il bagno rilassarmi un po’(tanto fra un po’ uscite dal lavoro e posso chiacchierare..) e .. ve lo giuro dopo cena stiro!!!
Gaia

venerdì 2 marzo 2012

I sogni son desideri....

I sogni non svaniscono, solo che a volte smettiamo di coltivarli…
Tutti noi abbiamo dei sogni, chi più chi meno, chi realizzabili chi utopici… ma sogni! Cresciamo e durante l’adolescenza siamo bombardati da sogni e speranze… e poi… la maggior parte di noi smette di coltivarli. La società ci costringe a stare con i piedi ben saldi a terra e ci fa dimenticare i nostri obbiettivi primari… ma la società o la pigrizia? E’ semplice, ti svegli un giorno e non ti ricordi più chi sei. Ti senti omologato e del tutto simile agli altri. Troppo simile, catalogato tra mille obblighi e mille restrizioni.. e ti ricordi chi eri.. sognatore fin troppo ottimista, pieno di progetti e di iniziative… e poi un giorno, hai smesso… perché tutti ti credevano pazzo o perché hai ricevuto troppe umiliazioni e troppe delusioni..
“… Ci teniamo tutti ad essere accettati, ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri, anche se ad altri sembrano strani e impopolari, anche se il gregge può dire: “Non va bene!”.

Come ha detto Frost: “Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta ed è per questo che sono diverso… ”
Gaia

giovedì 1 marzo 2012

la pensione...

..."L’ultimo giorno di lavoro è arrivato, e anche se vorrei essere forte, troppe cose me lo ricordano. Me lo ricordano gli sguardi commossi dei miei colleghi che da oggi mi salutano come fosse un addio, me lo ricordano gli amici più cari che fanno il tifo per me affinchè non mi abbatta, me lo ricorda la tv che giorno dopo giorno mi rappresenta come un numero, una statistica, non sapendo che dietro c’è una persona in carne ed ossa . Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro, l’ultimo giorno che temevo da tempo che arrivasse, quel giorno che solo al pensiero mi faceva sudare freddo e che non mi faceva dormire la notte eccolo in tutta la sua irruenza e crudeltà.
Non so se ci si rende conto cosa sia il lavoro per una persona."


Non sono io, questo è ovvio visto che forse la pensione non la vedrò neppure, ma credo forse così si possa sentire chi va in pensione e finalmente, dopo anni, si può “godere” la propria vita. Si da oggi può fare ciò che desidera… ma forse è proprio qui il problema perché non tutti sono abituati a fare delle scelte per sé… l’eccessiva libertà spiazza e spaventa e ci vuole una buona dose di autocontrollo e stima di sé per saperla gestire… ho trovato questo blog che vi voglio far leggere… perché tutti cerchino di apprezzare il proprio lavoro, e perché cerchiate di essere preparati a quel giorno meraviglioso in cui tornerete a essere padroni del vostro tempo…
C' e' chi non vede l' ora e chi non ne vorrebbe proprio sapere: per tutti, comunque, l' abbandono della vita attiva e' un passaggio non facile > Tanto che sono nati corsi specifici per imparare a restare sereni > Ecco i consigli utili, secondo i recenti studi e le nuove iniziative
A scuola di pensione
Per affrontare bene il momento di dire addio al lavoro. Una decisione da prendere in 2 . L' ora giusta per ritirarsi. Dieci regole da non dimenticare
Corriere salute. A scuola di pensione Per affrontare bene il momento di dire addio al lavoro C' e' chi non vede l' ora e chi non ne vorrebbe proprio sapere: per tutti, comunque, l' abbandono della vita attiva e' un passaggio non facile > Tanto che sono nati corsi specifici per imparare a restare sereni > Ecco i consigli utili, secondo i recenti studi e le nuove iniziative Per entrare nel mondo del lavoro la societa' prepara gli individui per quindici - venti anni. Quando quegli stessi individui giungono all' eta' del pensionamento, nessuno si preoccupa di fare altrettanto. + per cercare di porre riparo a questa mancanza che l' Auser (Autogestione Servizi e Solidarieta' ), associazione di anziani volontari, ha organizzato nella sua sezione del Piemonte (ma analoghe iniziative saranno presto avviate in altre regioni) un vero e proprio corso il cui obiettivo e' aiutare chi e' in procinto di andare in pensione o chi e' pensionato da poco. Il corso aiuta a superare la fase di transizione; fornisce informazioni sull' invecchiamento sia dal punto di vista medico sia da quello sociale e psicologico; incoraggia la riflessione sul possibile ruolo dei pensionati nella societa' . "Ma soprattutto stimola la progettualita' personale e la capacita' di intrattenere relazioni interpersonali libere dai condizionamenti indotti dalla vita professionale - sottolinea Fausto Melloni, che cura l' iniziativa - anche attraverso concrete iniziative di formazione e animazione". Che il momento del pensionamento - tanto desiderato quando si e' sommersi da impegni lavorativi - non sia affatto facile e' cosa risaputa. " + vero - fa notare il dottor Costanzo Gala, responsabile del Servizio di Psicologia medica dell' Ospedale Maggiore di Milano - che al momento del ritiro dal lavoro si hanno finalmente una liberta' e autonomia decisionale che consentono, ad esempio, di poter seguire i propri hobby, ma in genere questa fase e' limitata al primissimo periodo del pensionamento. "Il fatto e' - dice Gala - che il lavoro non e' solo fonte di guadagno, ma senza che ce se ne renda conto, e' anche la fonte e l' origine di tante altre cose. Ad esempio ci da' un ruolo sociale riconosciuto dagli altri, ma anche un sentimento di identita' personale; tramite il lavoro si acquisisce poi una rete di rapporti interpersonali, che non solo rappresenta un baluardo contro la solitudine, ma conferisce sicurezza. Infine, il lavoro contribuisce a regolare i ritmi di vita, da' significato alla festa e alle vacanze. "Da un punto di vista sociale e politico - prosegue l' esperto - siamo sensibilizzati al recupero di sostanze come il vetro o la carta, ma non sappiamo ancora come impiegare quel patrimonio che i pensionati si portano dentro". Ma non si tratta solo di questo. Sono notissime le relazioni tra pensionamento e salute psicofisica: da una parte, si sa che il pensionato passivo e quello che e' stato forzato a uscire dal mondo del lavoro sono soggetti ad alto rischio di sviluppare disturbi psicologici e fisici; dall' altra e' noto che condizioni di salute scadenti non consentono quasi mai di adattarsi al pensionamento e all' invecchiamento. "Migliorare la condizione sociale e psicologica dei pensionati vuol dire operare anche sul loro livello di salute - dice ancora Gala - con ripercussioni economiche importanti: piu' gli anziani sono sani piu' si risparmia sulla spesa sanitaria". Servizio di Danilo Di Diodoro ----------------------------------------------------------------- Corriere salute.> Attenti al rapporto tra marito e moglie. Lo suggerisce una ricerca < Una decisione da prendere in due Il riposo e' piu' o meno gradito anche in base a quello che fa il partner Se di fronte al grave passo del pensionamento tutti hanno bisogno di una qualche forma di sostegno, oggi si sa pero' che uomini e donne reagiscono differentemente, seppur in maniera interconnessa. In generale le donne sembrano sopportare meglio da un punto di vista psicologico l' uscita dal mondo del lavoro. Ma all' interno della coppia le modalita' di risposta a questo passaggio dipendono molto anche da cosa fa l' altro. Lo hanno scoperto due psicologi della Cornell University, Jungmeen Kim e Phyllis Moen, i quali hanno studiato oltre 500 uomini e donne, sposati e alle prese con il pensionamento, e hanno riferito i risultati del loro lavoro nel corso della recente Convention dell' American Psychological Association, tenutasi a Boston. Nello studio si e' visto che, ad esempio, gli uomini appena pensionati, che di solito creano in casa piu' difficolta' di quelli ancora al lavoro, sperimentano maggiori livelli di conflitto di coppia se la moglie continua a lavorare. Lo studio ha consentito di accertare che anche le donne appena pensionate tendono ad essere piu' depresse di quelle che non hanno mai lavorato o che continuano a lavorare, e che la loro depressione e' piu' marcata se il marito e' ancora al lavoro. Insomma, fra le tante variabili che possono influire sull' umore di chi si trova a fare il grande passo del ritirarsi a vita privata, certamente vi e' lo stato lavorativo del coniuge, per cui anche questo aspetto andrebbe considerato adeguatamente. Nel complesso, come peraltro appare gia' in altri ambiti di studio del benessere psicologico, gli uomini sembrano comunque piu' debolucci, piu' bisognosi di essere accuditi e rassicurati. "La nostra ricerca suggerisce che gli uomini della tarda mezza eta' sono piu' soddisfatti delle loro vite quando le mogli seguono i ruoli tradizionali di genere" e' il commento degli autori dello studio. Il pensionamento e' quindi decisamente un "fenomeno di coppia", molto piu' di quanto si fosse creduto finora. " + fondamentale considerare sempre lo stato di lavoro / pensionamento di tutti e due i partner - ribadiscono gli autori - dal momento che la transizione verso il pensionamento di ciascuno dei due elementi della coppia rappresenta un importante evento di vita, che richiede un processo di aggiustamento psicologico da parte di entrambi i partner". La decisione di smettere di lavorare andrebbe dunque presa d' accordo tra i coniugi, programmando, per quanto possibile, i rispettivi ruoli futuri. A questo proposito - anche questo e' emerso chiaramente dalla ricerca - un ruolo psicologicamente protettivo e' svolto con certezza dal reimpiego dopo il pensionamento. Tornare a lavorare, insomma, magari con un impegno orario ridotto, rappresenta uno dei mezzi migliori per tirarsi su di morale. E, certamente, anche per togliersi un po' di torno, il che quasi sempre costituisce un ottimo antidoto contro le tensioni di coppia.
Corriere salute. Presto o tardi? L' ora giusta per ritirarsi Tra gli imprenditori americani c' e' il detto: "costruisci la tua azienda, falla funzionare, ritirati presto, sii felice". Ma quel "ritirati presto", tra chi e' abituato a dedicarsi anima e corpo alla sua impresa, non gode di grande fama. Il discorso e' diverso per i dipendenti: tra loro ci sono sia quelli che non vorrebbero mai smettere di lavorare, sia quelli che non vedono l' ora di non dover piu' timbrare il cartellino. Da un punto di vista psicologico, insomma, non e' ben chiaro se sia meglio andare in pensione presto o tardi. O quantomeno non e' possibile affermare una regola valida per tutti, dal momento che molte sono le variabili. "Ad esempio, i medici hanno reagito negativamente all' ipotesi del loro prepensionamento - afferma Costanzo Gala, responsabile del Servizio di psicologia medica dell' ospedale Maggiore di Milano - perche' questa categoria probabilmente riceve una soddisfazione esistenziale dal proprio lavoro. Invece, per chi e' costretto a fare un lavoro che non lo soddisfa puo' diventare difficile accettare il rinvio del momento in cui andare in pensione". Sicuramente negativo deve essere considerato un pensionamento troppo precoce, subito dal lavoratore, e che cada addosso a un individuo che non ha avuto tempo di adattarsi all' idea e di sviluppare interessi alternativi. + evidente che l' andare in pensione presto non deve tradursi in una perdita di attivita' e di stimoli, una situazione, questa, che gli psicologi indicano come un vero e proprio fattore di rischio psicosomatico. Negativa da un punto di vista psicologico anche la permanenza forzata e protratta in un lavoro troppo faticoso o sgradito, che puo' diventare una fonte di stress alla quale risulta difficile sottrarsi. L' ideale sarebbe poter personalizzare le scelte o comunque far si' che la societa' possa offrire impieghi alternativi e non gravosi, ma significativi, a chi e' dovuto andare in pensione.
DEDICATO ALLA MIA MAMMA CHE DA OGGI E’ IN PENSIONE…!
Gaia