..."L’ultimo giorno di lavoro è arrivato, e anche se vorrei essere forte, troppe cose me lo ricordano. Me lo ricordano gli sguardi commossi dei miei colleghi che da oggi mi salutano come fosse un addio, me lo ricordano gli amici più cari che fanno il tifo per me affinchè non mi abbatta, me lo ricorda la tv che giorno dopo giorno mi rappresenta come un numero, una statistica, non sapendo che dietro c’è una persona in carne ed ossa . Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro, l’ultimo giorno che temevo da tempo che arrivasse, quel giorno che solo al pensiero mi faceva sudare freddo e che non mi faceva dormire la notte eccolo in tutta la sua irruenza e crudeltà.
Non so se ci si rende conto cosa sia il lavoro per una persona."
Non sono io, questo è ovvio visto che forse la pensione non la vedrò neppure, ma credo forse così si possa sentire chi va in pensione e finalmente, dopo anni, si può “godere” la propria vita. Si da oggi può fare ciò che desidera… ma forse è proprio qui il problema perché non tutti sono abituati a fare delle scelte per sé… l’eccessiva libertà spiazza e spaventa e ci vuole una buona dose di autocontrollo e stima di sé per saperla gestire… ho trovato questo blog che vi voglio far leggere… perché tutti cerchino di apprezzare il proprio lavoro, e perché cerchiate di essere preparati a quel giorno meraviglioso in cui tornerete a essere padroni del vostro tempo…
C' e' chi non vede l' ora e chi non ne vorrebbe proprio sapere: per tutti, comunque, l' abbandono della vita attiva e' un passaggio non facile > Tanto che sono nati corsi specifici per imparare a restare sereni > Ecco i consigli utili, secondo i recenti studi e le nuove iniziative
A scuola di pensione
Per affrontare bene il momento di dire addio al lavoro. Una decisione da prendere in 2 . L' ora giusta per ritirarsi. Dieci regole da non dimenticare
Corriere salute. A scuola di pensione Per affrontare bene il momento di dire addio al lavoro C' e' chi non vede l' ora e chi non ne vorrebbe proprio sapere: per tutti, comunque, l' abbandono della vita attiva e' un passaggio non facile > Tanto che sono nati corsi specifici per imparare a restare sereni > Ecco i consigli utili, secondo i recenti studi e le nuove iniziative Per entrare nel mondo del lavoro la societa' prepara gli individui per quindici - venti anni. Quando quegli stessi individui giungono all' eta' del pensionamento, nessuno si preoccupa di fare altrettanto. + per cercare di porre riparo a questa mancanza che l' Auser (Autogestione Servizi e Solidarieta' ), associazione di anziani volontari, ha organizzato nella sua sezione del Piemonte (ma analoghe iniziative saranno presto avviate in altre regioni) un vero e proprio corso il cui obiettivo e' aiutare chi e' in procinto di andare in pensione o chi e' pensionato da poco. Il corso aiuta a superare la fase di transizione; fornisce informazioni sull' invecchiamento sia dal punto di vista medico sia da quello sociale e psicologico; incoraggia la riflessione sul possibile ruolo dei pensionati nella societa' . "Ma soprattutto stimola la progettualita' personale e la capacita' di intrattenere relazioni interpersonali libere dai condizionamenti indotti dalla vita professionale - sottolinea Fausto Melloni, che cura l' iniziativa - anche attraverso concrete iniziative di formazione e animazione". Che il momento del pensionamento - tanto desiderato quando si e' sommersi da impegni lavorativi - non sia affatto facile e' cosa risaputa. " + vero - fa notare il dottor Costanzo Gala, responsabile del Servizio di Psicologia medica dell' Ospedale Maggiore di Milano - che al momento del ritiro dal lavoro si hanno finalmente una liberta' e autonomia decisionale che consentono, ad esempio, di poter seguire i propri hobby, ma in genere questa fase e' limitata al primissimo periodo del pensionamento. "Il fatto e' - dice Gala - che il lavoro non e' solo fonte di guadagno, ma senza che ce se ne renda conto, e' anche la fonte e l' origine di tante altre cose. Ad esempio ci da' un ruolo sociale riconosciuto dagli altri, ma anche un sentimento di identita' personale; tramite il lavoro si acquisisce poi una rete di rapporti interpersonali, che non solo rappresenta un baluardo contro la solitudine, ma conferisce sicurezza. Infine, il lavoro contribuisce a regolare i ritmi di vita, da' significato alla festa e alle vacanze. "Da un punto di vista sociale e politico - prosegue l' esperto - siamo sensibilizzati al recupero di sostanze come il vetro o la carta, ma non sappiamo ancora come impiegare quel patrimonio che i pensionati si portano dentro". Ma non si tratta solo di questo. Sono notissime le relazioni tra pensionamento e salute psicofisica: da una parte, si sa che il pensionato passivo e quello che e' stato forzato a uscire dal mondo del lavoro sono soggetti ad alto rischio di sviluppare disturbi psicologici e fisici; dall' altra e' noto che condizioni di salute scadenti non consentono quasi mai di adattarsi al pensionamento e all' invecchiamento. "Migliorare la condizione sociale e psicologica dei pensionati vuol dire operare anche sul loro livello di salute - dice ancora Gala - con ripercussioni economiche importanti: piu' gli anziani sono sani piu' si risparmia sulla spesa sanitaria". Servizio di Danilo Di Diodoro ----------------------------------------------------------------- Corriere salute.> Attenti al rapporto tra marito e moglie. Lo suggerisce una ricerca < Una decisione da prendere in due Il riposo e' piu' o meno gradito anche in base a quello che fa il partner Se di fronte al grave passo del pensionamento tutti hanno bisogno di una qualche forma di sostegno, oggi si sa pero' che uomini e donne reagiscono differentemente, seppur in maniera interconnessa. In generale le donne sembrano sopportare meglio da un punto di vista psicologico l' uscita dal mondo del lavoro. Ma all' interno della coppia le modalita' di risposta a questo passaggio dipendono molto anche da cosa fa l' altro. Lo hanno scoperto due psicologi della Cornell University, Jungmeen Kim e Phyllis Moen, i quali hanno studiato oltre 500 uomini e donne, sposati e alle prese con il pensionamento, e hanno riferito i risultati del loro lavoro nel corso della recente Convention dell' American Psychological Association, tenutasi a Boston. Nello studio si e' visto che, ad esempio, gli uomini appena pensionati, che di solito creano in casa piu' difficolta' di quelli ancora al lavoro, sperimentano maggiori livelli di conflitto di coppia se la moglie continua a lavorare. Lo studio ha consentito di accertare che anche le donne appena pensionate tendono ad essere piu' depresse di quelle che non hanno mai lavorato o che continuano a lavorare, e che la loro depressione e' piu' marcata se il marito e' ancora al lavoro. Insomma, fra le tante variabili che possono influire sull' umore di chi si trova a fare il grande passo del ritirarsi a vita privata, certamente vi e' lo stato lavorativo del coniuge, per cui anche questo aspetto andrebbe considerato adeguatamente. Nel complesso, come peraltro appare gia' in altri ambiti di studio del benessere psicologico, gli uomini sembrano comunque piu' debolucci, piu' bisognosi di essere accuditi e rassicurati. "La nostra ricerca suggerisce che gli uomini della tarda mezza eta' sono piu' soddisfatti delle loro vite quando le mogli seguono i ruoli tradizionali di genere" e' il commento degli autori dello studio. Il pensionamento e' quindi decisamente un "fenomeno di coppia", molto piu' di quanto si fosse creduto finora. " + fondamentale considerare sempre lo stato di lavoro / pensionamento di tutti e due i partner - ribadiscono gli autori - dal momento che la transizione verso il pensionamento di ciascuno dei due elementi della coppia rappresenta un importante evento di vita, che richiede un processo di aggiustamento psicologico da parte di entrambi i partner". La decisione di smettere di lavorare andrebbe dunque presa d' accordo tra i coniugi, programmando, per quanto possibile, i rispettivi ruoli futuri. A questo proposito - anche questo e' emerso chiaramente dalla ricerca - un ruolo psicologicamente protettivo e' svolto con certezza dal reimpiego dopo il pensionamento. Tornare a lavorare, insomma, magari con un impegno orario ridotto, rappresenta uno dei mezzi migliori per tirarsi su di morale. E, certamente, anche per togliersi un po' di torno, il che quasi sempre costituisce un ottimo antidoto contro le tensioni di coppia.
Corriere salute. Presto o tardi? L' ora giusta per ritirarsi Tra gli imprenditori americani c' e' il detto: "costruisci la tua azienda, falla funzionare, ritirati presto, sii felice". Ma quel "ritirati presto", tra chi e' abituato a dedicarsi anima e corpo alla sua impresa, non gode di grande fama. Il discorso e' diverso per i dipendenti: tra loro ci sono sia quelli che non vorrebbero mai smettere di lavorare, sia quelli che non vedono l' ora di non dover piu' timbrare il cartellino. Da un punto di vista psicologico, insomma, non e' ben chiaro se sia meglio andare in pensione presto o tardi. O quantomeno non e' possibile affermare una regola valida per tutti, dal momento che molte sono le variabili. "Ad esempio, i medici hanno reagito negativamente all' ipotesi del loro prepensionamento - afferma Costanzo Gala, responsabile del Servizio di psicologia medica dell' ospedale Maggiore di Milano - perche' questa categoria probabilmente riceve una soddisfazione esistenziale dal proprio lavoro. Invece, per chi e' costretto a fare un lavoro che non lo soddisfa puo' diventare difficile accettare il rinvio del momento in cui andare in pensione". Sicuramente negativo deve essere considerato un pensionamento troppo precoce, subito dal lavoratore, e che cada addosso a un individuo che non ha avuto tempo di adattarsi all' idea e di sviluppare interessi alternativi. + evidente che l' andare in pensione presto non deve tradursi in una perdita di attivita' e di stimoli, una situazione, questa, che gli psicologi indicano come un vero e proprio fattore di rischio psicosomatico. Negativa da un punto di vista psicologico anche la permanenza forzata e protratta in un lavoro troppo faticoso o sgradito, che puo' diventare una fonte di stress alla quale risulta difficile sottrarsi. L' ideale sarebbe poter personalizzare le scelte o comunque far si' che la societa' possa offrire impieghi alternativi e non gravosi, ma significativi, a chi e' dovuto andare in pensione.
DEDICATO ALLA MIA MAMMA CHE DA OGGI E’ IN PENSIONE…!
Gaia