mercoledì 21 dicembre 2011

HOW TO SAY...

·        LET YOUR HAIR DOWN

Significa "sciogliersi i capelli" e cioè "lasciarsi andare", "rilassarsi".
Ovviamente puo' essere usato in tutte le forme, cioè "Let your hair down", "he let his hair down", etc ...) Come on , Susan! Let your hair down and join us on the...

« L'arte è un frammento di contemplazione caduto nella materia. »

« L'arte è un frammento di contemplazione caduto nella materia. »
(André Frossard)
Prendo spunto dal fatto che oggi la Signora del circo Moira Orfei compie 80 anni. Lei è senza dubbio un’artista a 360°, trapezzista, acrobata, ammaestratrice e persino attrice.
Icona di un, forse ormai passato, stile.. un misto tra la femminilità portata agli eccessi e la clowneria (passatemi il termine), ma senza dubbio una donna d’Arte.
Ma cos’è l’Arte?

L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a trasmettere "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente.
Musica, scultura, pittura, scrittura, moda e persino make up.. è la ricerca della Perfezione e dell’Armonia.. Credo che l’arte sia qualcosa che rende più bello il mondo. In tutte la sue forme è la ricerca di equilibrio, talvolta tramite l’apparente caos. Una ricerca interiore e profonda per esprimere se stessi, ma anche un mezzo per compiacere gli altri. L’Arte, pur essendo soggettiva nella sua interpretazione, è un aggregante della società. La sua ‘missione’ è quindi far parlare l’autore … ma l’autore non parla solo di sé… chiunque ascolti con un po’ di attenzione “le 4 stagioni” di Vivaldi certo rivivrà esperienze del proprio essere interiore, avrà sensazioni intime e profonde e sentirà odori e rumori propri della sua intima sensibilità.
L’Arte è quindi evocativa, spirituale.
Sia per l’artefice che per il fruitore è qualcosa che aiuta ad avvicinarsi a se stessi, al proprio intimo; è un mezzo per elevarsi per meditare o semplicemente per arricchire lo spirito. Bellissima la frase di Frossard! In tutte le sue forme è l’espressione di una corrente di pensiero che sfocia nel singolo e allo stesso tempo è l’espressione del singolo che diventa chiave di lettura per i più.
Forse l’Arte è tramite con il Divino. O forse è solo un espediente per fermarsi un attimo a scoprire il vero motivo della ns. esistenza.

lunedì 19 dicembre 2011

HOW TO SAY...

·     Immaginiamo che non vi siate dati molto da fare per farvi le ossa "cut the teeth".. Qualcuno vi forse sarà autorizzato a :

     GET THE SACK!
       Letteralmente significa "prendere il sacco" ma in realtà significa "essere licenziati". Es. He got the sack for not taking enough care with his work. If your boss finds out you make so many personal phone calls during office hours, you'll certainly get...

PANTA RHEI...

Prima di tutto: perchè lui? Perchè tra i primi ebbe l'intuizione di un mondo che cambia sempre che sempre diviene... Anche noi siamo sempre in continuo mutamento... lo trovo elettrizzante!

Eraclito  ( 535 a.C.475 a.C.) è stato un filosofo greco antico, uno dei maggiori filosofi presocratici.
Eraclito è comunemente passato alla storia come il "filosofo del divenire"[ legato al motto «tutto scorre» (pánta rhêi, in greco πάντα ε), ma in realtà il famoso detto non è attestato nei frammenti giunti fino a noi ed è probabilmente da attribuirsi al suo discepolo Cratilo che svilupperà il pensiero del maestro, estremizzandolo.
Gli svegli e i dormienti
Ricorre nel pensiero filosofico di Eraclito la contrapposizione fra i desti e i dormienti: è «unico e comune il mondo per coloro che sono svegli», ossia quelle persone, che, andando oltre le apparenze, sanno cogliere il senso intrinseco delle cose, mentre «agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo di quando non sono coscienti di quel che fanno dormendo», riferendosi alla mentalità degli uomini comuni, i dormienti appunto. Eraclito intende per filosofi tutti quelli che sanno indagare a fondo la loro anima, che, essendo illimitata, offre all’interrogando la possibilità di una ricerca altrettanto infinita.Il pensiero eracliteo è quindi aristocratico, in quanto egli definisce la maggioranza degli uomini superficiali, poiché tendono a dormire in un sonno mentale profondo che non permette loro di comprendere le leggi autentiche del mondo circostante. Secondo Eraclito infatti «rispetto a tutte le altre una sola cosa preferiscono i migliori: la gloria eterna rispetto alle cose caduche; i più invece pensano solo a saziarsi come animali». La testimonianza di Diogene Laerzio conferma come Eraclito fosse uno «spregiatore del volgo».
I migliori e i più
Eraclito pone anche una contrapposizione tra i "migliori", i quali, a suo avviso, «preferiscono una sola cosa a tutte le altre: la gloria eterna alle cose caduche», e i "più", i quali «invece pensano solo a saziarsi come bestie». Da tale contrapposizione si deduce che per Eraclito i "più" sono in maggioranza rispetto ai "migliori".
La dottrina dei contrari
La dottrina dell’unità dei contrari è forse l’aspetto più originale del pensiero filosofico eracliteo. La legge segreta del mondo risiede nel rapporto di interdipendenza di due concetti opposti (fame-sazietà, pace-guerra, amore-odio ecc...) che, in quanto tali, lottano fra di loro ma, nello stesso tempo, non possono fare a meno l’uno dell’altro, poiché vivono solo l’uno in virtù dell’altro: ciascuno dei due infatti può essere definito solo per opposizione, e niente esisterebbe se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto. Così, ad esempio, una salita può essere pensata come una discesa da chi vi si trova in cima.
Tra i contrari si crea una sorta di lotta. In questa dualità, questa guerra fra i contrari (polemos) in superficie, ma armonia in profondità, Eraclito vide quello che lui definiva il logos indiviso, ossia la legge universale della Natura.
Ed è proprio la dottrina dei contrari che fa di Eraclito il fondatore di una logica degli opposti, antitetica a quella aristotelica e fondata sulla legge del divenire della realtà. In essa, infatti, tesi e antitesi (essere e non-essere) sono una sintesi contraddittoria e permanente nella realtà che solo così può divenire, attraverso i suoi due coessenziali aspetti ("nello stesso fiume scendiamo e non scendiamo"; "siamo e non siamo"); ed è antitetica alla logica aristotelica perché opposta al suo principio di non contraddizione e del terzo escluso ("Il mare è l'acqua più pura e impura: per i pesci è potabile e gli conserva la vita, per gli uomini è imbevibile e mortale").
L'universo come Dio-tutto
Questa visione cosmologica sfocia nell'identificazione panteistica dell'universo con Dio, inteso come unità dei contrari, mutamento continuo e fuoco generatore. Questo Dio-tutto comprende quindi in sé ogni cosa, costituisce una realtà increata che esiste da sempre e per sempre. Eraclito crede anche nella ciclicità del cosmo, concepita come insieme di fasi alterne di distruzione-produzione, al punto che alcuni autori attribuiscono a lui il concetto di ekpyrosis, una sorta di grande conflagrazione universale.
VENIAMO A NOI…
La teoria di Eraclito è sorprendente, innovativa e al tempo stesso molto attuale.
L’idea che una cosa non sia mai uguale a se stessa e cambi continuamente mi affascina molto. Il continuo mutare è proprio di ogni cosa e lo è ancor di più se valutiamo la persona in quanto tale. Il continuo arricchimento che ci viene dato dall’esperienza fa in modo che mai la persona con cui veniamo ad interagire sia come prima (sia perché è cambiata lei, sia perché cambiamo noi e il ns modo di vedere le cose…). Provate a pensare a quanto è straordinario questo contino mutare e progredire. Immaginiamo di andare su una montagna all’alba con qualche amico… la cima domina un bosco con un laghetto che nasce tra le vette… se proviamo ad ascoltare le sensazioni di ciascuna persona noteremo che di fronte a un tale spettacolo qualcuno sarà meravigliato, tal altro esterrefatto, qualcuno penserà che non è niente di speciale e forse c’è chi oserà dire che per il freddo o il sonno l’esperienza è orribile… l’istante quindi è soggettivo… e ancora se proviamo a tornare in quello stesso posto a quell’ora con quegli amici avremmo sempre la stessa sensazione? La risposta è ovviamente no… la luce di quel momento, il profumo dell’aria, il paesaggio e persino il ns modo di percepire le cose è cambiato e non sarà mai più uguale… tutto scorre.. tutto cambia… tutto evolve…
È interessante come una delle frasi più comuni sia “ è sempre tutto uguale, tutto come sempre, la mia vita è monotona…” come può esserci banalità se osserviamo le cose dal punto di vista di Eraclito?...
Se tornassi a rileggere ciò che ho scritto tra qualche mese forse preferirei altri termini o seguirei altre logiche, potrei addirittura aver fatto esperienze tali da farmi dissentire con me stessa.. ma sarei sempre io.. anzi lo sarei in modo più forte perché la negazione di me stessa (il mio opposto) rafforza l’idea di ciò che sono. L’intuizione degli opposti è a mio modo di vedere geniale. È intuitivo definire qualcosa con il suo contrario.. bene/male, paradiso/inferno etc. ma è meno semplice se cerchiamo di definire dei concetti nella loro eccezione più astratta: Essere/non essere, Esistere/non esistere. Cos’è l’Essere? Già di per se è difficile comprenderlo… e allora il non essere?.. Eraclito si appella alla definizione di Dio per spiegarlo che definisce come l’insieme di tutti i contrari, ma non in un istante solo… nel loro continuo divenire…
Così l’uomo è un insieme di concetti e del loro contrario nel loro continuo mutare: il bene e il male, la carne e lo spirito, giusto e sbagliato, logica e irrazionalità, verità e bugia.. che convivono, anzi che vivono proprio perché convivono.. estendendo ; esiste allora il bene, il giusto, il logico? O non sono forse semplicemente semplificazioni, catalogazioni di qualcosa che non possiamo conoscere? E ancora, non è forse vero che anche questi concetti mutano continuamente?.. quello che un tempo era inimmaginabile, folle e illogico ora è consueto (penso ad esempio anche semplicemente all’idea di volare o di scrivere una mail)  o viceversa ( es. una volta era giusto dare in sposa la propria figlia in cambio di denaro o titoli nobiliari)…
Mi piace pensare che nulla è scontato, che tutto è e tutto si può al contempo smentire. Osserviamo il cambiamento, cerchiamo di vedere le impercettibili mutazioni, le sfacettature della realtà… e non diamo mai per scontato chi ci sta accanto!
Gaia

giovedì 15 dicembre 2011

HOW TO SAY...

La prima espressione che credo sia doveroso voi sappiate è:

CUT YOUR TEETH!

Letterlamente significa "tagliarsi i denti" ma in realtà traduce il nostro "farsi le ossa" cioè farsi dell'esperienza e imparare l'ABC di qualcosa.  
Es. She cut her teeth on a local newspaper before getting a job offer for the New York Post.

Se qualcuno vi dice 'cut your teeth' non vi sta divendo di andare da un dentista un po' brusco ma vi invita a rimboccarvi le maniche e a lavorare sodo.
Credo che per raggiungere ogni obbiettivo sia necessario molto impegno la alla fine i risultati arrivano.
Chiudo con un augurio:
Cut you teeth and good luck!

Enjoy!
Gaia

HOW TO SAY...

Questa rubrica è un modo facile e divertente per imparare qualche modo di dire anglosassone... Sarete stupiti dalla fantasia degli inglesi...

Enjoy!
Gaia

mercoledì 14 dicembre 2011

TOCCO DI CLASSE

Io ho una fissa (si… va bene più di una … ma una in particolare) credo che ogni età e ogni luogo abbia il suo tipo di abbigliamento . Faccio notare che le variabili sono due luogo e età (non quella che ogni una di noi si sente, stavolta parliamo di quella anagrafica) e l’una non può prescindere dall’altra.
In questo argomento infatti oltre al fattore ‘Gusto’ entra in gioco un’altra variabile che si chiama ‘Educazione’… cosa c’entra lo stile con l’educazione??? Penso che l’educazione sia alla base dello stile e della moda.
Non voglio neppure parlare di alcuni eccessi o provocazioni talmente volgari e rozze da non dover essere menzionate… Ma di alcuni gravi errori che alcune compiono abitualmente talvolta solo perché dimenticano il luogo dove sono dirette talaltra perché sono convinte di avere ancora 15 anni pur avendo abbondantemente superato i  30.
Non voglio dilungarmi troppo e non parlerò di tutte ma mi soffermerò su una categoria decisamente a rischio: le trentenni al lavoro…
Vi spiego è quell’età dove non si è vecchie ne giovani, dove si cerca una posizione e dove si perde quel poco di buon senso che si aveva avuto fin allora (vuoi per evitare di apparire troppo superficiale, vuoi per evitare di venir uccise dai genitori). Ma appena passati i trenta tutto si dimentica, ogni pudore scompare. Sono ancora giovane e bella, sembra voler affermare qualche camicetta un po’ troppo aperta e sono quella che merita una promozione urla la gonnellina inguinale ( non voglio indagare sulla matura di questi meriti..)
Non nascondiamoci dietro un dito e diciamolo: essere belle paga!
Anzi vi dirò di più una ricerca ha evidenziato che il salario delle ragazze considerate carine è superiore a circa il 4% rispetto a quelle meno fortunate (gli uomini sono ugualmente pagati più delle donne belli o brutti che siano!).
Il problema è che spesso il concetto di carino si confonde con quello di volgare, inappropriato e completamente fuori luogo.
Ora facciamo un elenco di cosa si può osare e di cosa è assolutamente vietato…
Assolutamente mai:
-          Gonne sopra il ginocchio: (a chi è veramente perfetto… ho detto veramente! Concedo massimo tre dita sopra il ginocchio ma con le scarpe obbligatoriamente basse). Lo so molte di voi staranno contestando, ma sono irremovibile… Non state andando a cena ne a fare un aperitivo… non siete in centro a fare due passi ne state andando al cinema con un bel ragazzo… qui siete al lavoro e si esige serietà!!!
-          Camicie sbottonate: Se avete pagato tutti i bottoni di quella splendida camicia perché non li usate? Ok è sexy ma ricordate? il vostro scopo è quello di apparire seria intelligente e preparata non quello di apparire e basta!.. specialmente se avete un seno prosperoso assolutamente no
-          No alle trasparenze: Volete essere credibili? Ed è così che lo fate vedere? Il vs. intimo in ufficio non si deve vedere… scherziamo??? Si può essere meno eleganti??? Si parla di educazione e di rispetto verso chi ci sta intorno!
-          Calze velate sotto gli stivali! Negli anni 70 erano molto di moda; ricordo Madonna con i tronchetti e la calze a rete nel video di Material Girl.. ma ora fanno veramente tristezza… sono a dir poco orribili e non solo in ufficio.. Ovunque!
-          Abitini o pantaloni troppo attillati: vi prego ormai avete capito che taglia avete perché vi ostinate a comperare vestiti che non vi fanno respirare e che vi strizzano come delle salamelle?.. non è fine neanche se portate la taglia 40 perché … vi devo ricordare dove state andando la mattina alle 8.00?
-          E infine il trucco: No al rossetto rosso, alle guance da Haidi e no … ho detto no al’eyeliner da egiziana… mai sentito la parola sobrietà?... no anche all’assenza totale di make up… un filo di fondotinta e un velo di ombretto vi daranno un’aria sempre apposto e curata…

Gaia

TOCCO DI CLASSE

Partiamo da un assunto:
“ Eleganza e Stile sono due cose differenti. L’eleganza si può imparare …
 lo stile è solo una questione di stile!”

Questa rubrica non ha la pretesa di cambiare questa triste verità, semplicemente di dare alcuni consigli e suggerimenti (per alcuni sembreranno ovvietà ma vi ricordo che ‘al peggio non c’è mai fine’) riguardanti la moda, lo stile, l’educazione e le buone maniere.
Speriamo….
Gaia

1900 – Max Planck pubblica i suoi studi sulla teoria quantistica

Proprio nella giornata odierna di molti anni fa viene pubblicata la teoria quantistica, di cui qui sotto trovate un assaggio, e che ha da allora cambiato radicalmente il modo di studiare i fenomeni fisici.
Leggete velocemente la teoria e uno dei suoi più famosi paradossi, credo sia assolutamente interessante( o passate direttamente a VENIAMO A NOI... ).
La meccanica quantistica è una teoria fisica che si è sviluppata e consolidata nella prima metà del XX secolo dando vita alla fisica moderna, nata per supplire all'inadeguatezza della fisica classica nello spiegare fenomeni e proprietà quali la radiazione di corpo nero, l'effetto fotoelettrico, il calore specifico dei solidi, gli spettri atomici, la stabilità degli atomi, l'effetto Compton: alcuni esperimenti effettuati nei primi trent'anni del XX secolo suggerivano, per esempio, la necessità di introdurre l'ipotesi di un comportamento corpuscolare della luce, oltre a quello classico ondulatorio di eredità di Robert Hooke e Christiaan Huygens e di postulare l'esistenza di livelli discreti di energia previsti da Planck.
Caratteristiche generali
La meccanica quantistica si distingue in maniera radicale dalla meccanica classica in quanto si limita a esprimere la probabilità di ottenere un dato risultato a partire da una certa misurazione rinunciando così al determinismo assoluto proprio della fisica precedente. Questa condizione di incertezza o indeterminazione non è dovuta a una conoscenza incompleta, da parte dello sperimentatore, dello stato in cui si trova il sistema fisico osservato, ma è da considerarsi una caratteristica intrinseca, quindi ultima e ineliminabile, del sistema e del mondo subatomico in generale.
La teoria quantistica, dunque, descrive i sistemi come una sovrapposizione di stati diversi e prevede che il risultato di una misurazione non sia completamente arbitrario, ma sia incluso in un insieme di possibili valori: ciascuno di detti valori è abbinato a uno di tali stati ed è associato a una certa probabilità di presentarsi come risultato della misurazione. Questo nuovo modo di interpretare i fenomeni è stato oggetto di numerose discussioni[4][5] all'interno della comunità scientifica, come testimonia l'esistenza di diverse interpretazioni della meccanica quantistica. L'osservazione ha quindi effetti importanti sul sistema osservato: collegato a questo nuovo concetto si ha l'impossibilità di conoscere esattamente i valori di coppie di variabili dinamiche coniugate, espressa dal principio di indeterminazione di Heisenberg
La meccanica quantistica rappresenta il denominatore comune di tutta la fisica moderna ovvero della fisica atomica, della fisica nucleare e sub-nucleare (la fisica delle particelle), e della fisica teorica, a testimonianza della sua estrema potenza concettuale-interpretativa nonché della vasta applicabilità al mondo microscopico.
Dibattito filosofico
Il celeberrimo paradosso del gatto di Schrödinger con illustrazione schematica del gatto in sovrapposizione tra gli stati "gatto vivo" e "gatto morto".
Sin dall'inizio i concetti estremamente controintuitivi della Meccanica Quantistica hanno dato vita a complessi dibattiti filosofici. Esistono diverse "interpretazioni" della meccanica quantistica che cercano, in modi diversi, di gettare un ponte tra il modo in cui il formalismo della teoria sembra descrivere il mondo fisico e il comportamento "classico" che esso esibisce a livello macroscopico. Che questo sopra enunciato sia, effettivamente, un problema (concettuale e formale), venne messo in luce già nel 1935 quando Erwin Schrödinger ideò l'omonimo paradosso del gatto. Molto si è discusso, inoltre, su una peculiarità molto affascinante della teoria: la meccanica quantistica sembrerebbe essere non-locale. Questa caratteristica è stata messa in luce a partire da un altro famoso "paradosso", quello ideato da Albert Einstein, Podolsky e Rosen, sempre nel 1935, e che prende nome di paradosso EPR dalle iniziali dei tre fisici.
Le interpretazioni della meccanica quantistica sono, in altre parole, dei tentativi di risolvere problemi come quello della misurazione, specificando al contempo una ontologia per la meccanica quantistica che tratti in qualche maniera il problema della non-località.
L'interpretazione di Copenaghen è la più conosciuta e famosa delle interpretazioni in meccanica quantistica, viene denominata, per questo, "interpretazione standard" e la sua formulazione è stata incorporata anche nei postulati della teoria . Questa interpretazione è dovuta alla congiunzione di diverse riflessioni filosofiche, portate avanti da famosi fisici, tutti collegati, per diversi motivi, alla città di Copenaghen. D'altra parte l'interpretazione di Copenaghen non è stata mai enunciata, nella forma odierna, da nessuno di questi fisici, anche se le loro speculazioni hanno diversi tratti in comune con essa.
Albert Einstein, pur avendo contribuito alla nascita della meccanica quantistica, criticò sempre la teoria dal punto di vista concettuale. Per Einstein era inconcepibile che una teoria fisica potesse essere valida e completa pur descrivendo una realtà in cui esistono delle mere probabilità di osservare alcuni eventi e in cui queste probabilità non sono statistiche ma ontologiche.
Einstein non accettava inoltre l'assunto della teoria in base al quale qualcosa esiste solo se viene osservato. Einstein sosteneva che la realtà (fatta di materia, radiazione, ecc...) sia un elemento oggettivo, che esiste indipendentemente dalla presenza o meno di un osservatore e indipendentemente dalle interazioni che può avere con altra materia o radiazione. Bohr, al contrario, sosteneva che la realtà (dal punto di vista del fisico, chiaramente) esiste o si manifesta solo nel momento in cui viene osservata anche perché, faceva notare, non esiste neanche in linea di principio un metodo atto a stabilire se qualcosa esiste mentre non viene osservato. È rimasta famosa, tra i lunghi e accesi dibattiti che videro protagonisti proprio Einstein e Bohr, la domanda di Einstein rivolta proprio a Bohr "Allora lei sostiene che la Luna non esiste quando nessuno la osserva?". Bohr rispose che la domanda non poteva essere posta perché concettualmente priva di risposta.

Paradosso del gatto di Schrödinger

Il paradosso del gatto di Schrödinger è un esperimento mentale ideato da Erwin Schrödinger allo scopo di dimostrare come l'interpretazione classica della meccanica quantistica (Interpretazione di Copenaghen) risulta incompleta quando deve descrivere sistemi fisici in cui il livello subatomico interagisce con il livello macroscopico.

Fondamenti


« Si possono anche costruire casi del tutto burleschi. Si rinchiuda un gatto in una scatola d’acciaio insieme alla seguente macchina infernale (che occorre proteggere dalla possibilità d’essere afferrata direttamente dal gatto): in un contatore Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza radioattiva, così poca che nel corso di un’ora forse uno dei suoi atomi si disintegrerà, ma anche, in modo parimenti probabile, nessuno; se l'evento si verifica il contatore lo segnala e aziona un relais di un martelletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo avere lasciato indisturbato questo intero sistema per un’ora, si direbbe che il gatto è ancora vivo se nel frattempo nessun atomo si fosse disintegrato, mentre la prima disintegrazione atomica lo avrebbe avvelenato. La funzione Ψ dell’intero sistema porta ad affermare che in essa il gatto vivo e il gatto morto non sono stati puri, ma miscelati con uguale peso»

Dopo un certo periodo di tempo il gatto ha la stessa probabilità di essere morto quanto l'atomo di essere decaduto. Visto che fino al momento dell'osservazione l'atomo esiste nei due stati sovrapposti, anche il gatto resta sia vivo sia morto fino a quando non si apre la scatola, ossia non si compie un'osservazione.
In pratica una particella elementare possiede la capacità di collocarsi in diverse posizioni e anche di esser dotata di quantità d'energia diverse al medesimo istante. Per quanto "assurde" secondo il nostro modo di pensare, queste strane proprietà della materia e dell'energia corrispondono alla realtà del mondo dei quanti. Le particelle subatomiche sono "delocalizzate" nello spazio e nel moto, per cui, fra un'osservazione e l'altra, si comportano come se stessero in più luoghi contemporaneamente. Solo quando una particella delocalizzata viene osservata con un esperimento che, inevitabilmente, ne modifica il livello energetico, la quantità di moto e la posizione, essa verrà individuata con determinati valori delle proprie variabili tra i vari possibili.
Ritornando al caso del gatto, fino a quando l'atomo non si disintegra (e questo evento dipende unicamente dalla natura dell'atomo radioattivo scelto, quindi è un evento unicamente probabilistico), emettendo la particella che aziona il marchingegno letale, il gatto è sicuramente vivo; viceversa, al decadimento dell'atomo, il gatto va certamente incontro alla morte. Ma lo stato quantico dell'atomo è determinato dall'osservazione, e pertanto, se non si apre il contenitore, non risulta determinato neppure il destino dell'animale, che di conseguenza può essere considerato al contempo sia vivo che morto. Il paradosso, solo apparente, sta proprio qui: è soltanto l'osservazione diretta che, alterando i parametri basali del sistema e determinando, come detto, lo stato quantico dell'atomo, attribuirà anche al gatto uno stato "coerente" con la nostra consueta realtà (si vedrà successivamente a proposito dell'interpretazione del paradosso che, secondo una corrente di pensiero, pur essendo valido in linea generale tale concetto, l'interazione di un elemento "quantistico" come l'atomo radioattivo con un apparato macroscopico come il contatore Geiger modifica fin dall'inizio la situazione).
È sempre stato così, solamente non ce ne siamo accorti fino al secolo scorso: nel mondo microscopico, ogni singola particella si comporta individualmente come delocalizzata. Viceversa, nel nostro universo macroscopico, le particelle singole, una volta aggregate in un insieme macroscopico, azzerano le singole posizioni individuali, ovvero un corpo macroscopico ha una risultante nulla delle singole proprietà delle particelle componenti, il che gli conferisce le "consuete proprietà". Senza di essa nessuno potrebbe vedere, afferrare, pensare: in una parola il mondo così come lo conosciamo non esisterebbe.

Il paradosso del gatto nella realtà

L'esperimento del gatto, così come proposto da Schrödinger, non è mai stato messo in pratica. Tuttavia un esperimento analogo, egualmente basato sull'interazione tra un "oggetto" quantistico e un corpo macroscopico, è stato attuato immettendo un fotone in un cavo a fibra ottica. Il fotone gode di due stati quantici contemporaneamente, esattamente come la sostanza radioattiva citata da Schrödinger. Inserendo un secondo cavo a metà del primo perché intercetti il fotone e ne registri lo stato, avviene ciò che, come nel paradosso di Schrödinger, si chiama "compiere un'osservazione", e da quel momento la luce si troverà in uno solo dei due stati.
L'esperimento ha permesso tra l'altro di dimostrare che l'osservazione non deve necessariamente essere compiuta da un essere umano: in questo caso l'osservazione è stata compiuta dal secondo cavo e già in quel momento la realtà macroscopica ha interagito con quella quantica, obbligando quest'ultima a incanalarsi in uno dei due stati. Se l'uomo già sapesse che l'intercettazione è avvenuta, ma non ne avesse ancora letto il risultato, dovrebbe comunque concludere che in quel momento il fotone si trova già in uno dei due stati, anche se non sa ancora in quale dei due.

VENIAMO A NOI…

Probabilmente vi starete chiedendo… cosa implica tutto questo per noi???
Nella concezione classica il determinismo era fondamentale e la probabilità era solo una approssimazione dovuta a delle informazioni imperfette.. ora la visione si capovolge.
Una prima conseguenza è che, volendo fare una forzatura, le Scienza fino ad allora si è sbagliata. Per essere più precisi la Scienza ha ritenuto che la sua struttura di base fosse ciò che si è rivelato essere solo un aspetto di una visione ben più larga.
Chi approccia alla Scienza deve ora astrarsi da ciò che vede e divenire un po’ filosofo di ciò che potrebbe o dovrebbe essere, limitandosi a misurare ciò che avviene probabilisticamente, non ciò che è per certo.
Questa nuova visione è sicuramente destabilizzante per ciascuno di noi e apre a infinite interpretazioni e a lunghissime discussioni. La non certezza ha sempre spinto l’uomo a trovare una logica, a trovare delle leggi che gli diano stabilità… ma cosa succede quando queste regole non funzionano più?... Se non sappiamo ciò che non vediamo (paradosso del gatto) abbiamo due strade: scegliere di voler vedere il più possibile oppure scegliere di non voler sapere.. e non è pur vero che se non sappiamo ciò che non vediamo allo stesso modo non vediamo ciò che non sappiamo?.. Pensate ad un quadro astratto, Picasso per prendere un autore famoso. Chi non lo conosce vede una serie di segni che cercano di ritrarre alcuni visi, bruttissimi… chi però conosce, vede… conosce la splendida maestria del pittore nel cercare di denunciare e di sconvolgere la realtà… cercare di entrare dentro la figure e esplorarla nella sua tridimensionalità.. e ne vede il genio.

Io scelgo di vedere… di guardare le persone che mi sono vicino, di cercare di capirle nel profondo.
Cerco di costruire la mia vita giorno dopo giorno, con basi solide che vanno ogni istante messe in discussione, che si devono distruggere per crearne di più complete.. Mettersi in discussione per crescere per migliorare, non considerarsi mai superiori e meglio degli altri, perché anche il più stolto degli altri può demolire le ns fragili certezze. Certo ciò comporta molta fatica e destabilizza molto ma ci costringe ad avere coscienza di noi stessi dei ns limiti e delle ns potenzialità.. e ci impegna a vivere pienamente la ns Vita (che è il ns. obbiettivo!)
Grazie.
Gaia

martedì 13 dicembre 2011

Nati oggi...

Tra gli innumerevoli personaggi pubblici e famosi che oggi compiono gli anni vorrei segnalarvi uno dei miei idoli... Dick Van Dyke...
Oggi ha 86 anni e forse lo ricorderete nella fortunata serie televisiva 'Detective in corsia'.
Lui però deve la sua celebrità al film 'Mary Poppins'... film che personalmente adoro.. per questo vi ripropongo un link dove proprio Dick interpreta in celeberrimo spazzacamino Bert...

http://youtu.be/V3u0JOuMVRM

lunedì 12 dicembre 2011

Santa Lucia

Io sono Veneta, di Verona e come in molte altre città d'Italia questa notte tutti i bimbi (..e non solo...) aspettano con trepidazione l'arrivo e Santa Lucia....
Per chi non la conosce vi riporto brevemente la storia della Santa

LA STORIA

Si racconta che Lucia fosse una bella fanciulla siciliana, figlia di un ricco nobile di Siracusa e tutti la conoscevano per la sua dolcezza ed amorevolezza. A quel tempo in Sicilia imperversava il paganesimo e Lucia mostrando un certo interesse per il Vangelo, decise di convertirsi al cristianesimo. I suoi genitori avevano deciso di farla sposare, ma Lucia non ne volle sapere per ben due motivi; il futuro sposo non era cristiano e perché lei aveva deciso di dedicare la sua vita al Signore. Questa decisione, però non venne rispettata dai famigliari della ragazza ed iniziò per lei una vera e propria persecuzione, con l'intento di farle cambiare idea. Quando fu certo che Lucia per nessun motivo non si piegava al volere altrui, né rinnegava la propria fede, le vennero strappati gli occhi ed infine fu uccisa. Da allora Santa Lucia fu considerata la protettrice degli occhi e della vista, ed giorno del suo martirio, che cade il 13 dicembre, inizia il suo viaggio col suo affabile e fedele asinello portando i doni ai bambini buoni; perciò, bambini e bambine fate i bravi che le visite di Santa Lucia continueranno ogni anno.

Torniamo a noi... Perchè raccontarvi di Santa Lucia?
Per ricordarvi sempre di sognare, di fare come quei bimbi che questa notte prepareranno il latte e i biscotti alla bianca Signora e al suo asinello, perchè possano riposare un po'... che faticheranno a dormire, sperando di sentire quando arriva... Sperando di vederla anche solo per un attimo... e che poi cadranno in un sonno meraviglioso che al loro risveglio serberà delle splendide sorprese... Il mio suggerimento è questo... VIVIAMO LE COSE SEMPLICI E I COLTIVIAMO SOGNI ... VEDRETE CHE PRIMA O POI SI AVVERANO!

Gaia T

Presentazione

Ciao Ragazzi,
sono una ragazza di 33 anni... gli anni decisivi per iniziare a raccontare un po' si sè, di ciò che mi piace... a parlare della Vita e ad approfondire un pochino le dinamiche della ns. esistenza... no... non una cosa filosofica... un modo per raccontare e per avere pareri... senza pretese...
Il titolo del Blog credo sia già di per sè esplicativo... vivi la tua vita! Gli aspetti sono molteplici però... da un lato vivi la tua vita appieno, in ogni sua sfacettatura in ogni suo momento.. dall'altro vivi la Tua vita in un senso più provocatorio. Sii consapevole delle tue idee e portale fino in fondo, troppo spesso la ns. vita dipende da quella degli altri o viceversa... (Specialmente tra noi ragazze tutto inizia così; -Che bel vestito? dove lo hai comperato?... che splendido rossetto... che taglio favoloso di capelli... etc etc... e ti trovi un sosia vicino (o una schiera di sosia) che vive a tue spese e che nulla riesce a darti se non un fortissimo senso di oppressione e che vive d'invidia e cerca in ogni momento di screditerti per emergere un pochino!!!!...)... ecco per questo e a questi dico: FATTI UNA VITA E SMETTILA DI VIVERE LA MIA!

L'intento del Blog è di parlare di tutto... Di attualità... Di viaggi...Di moda... Di Arte... Di tutto ciò che ci fa sentire Vivi!
Mi chiamo Gaia e fatta questa breve premessa credo sia ora di iniziare...